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01 agosto 2020

Hokkaido Summer

E rieccomi con xxxxx mesi di ritardo a raccontarvi del mio viaggio estivo in Hokkaido. La stagione delle piogge in questo 2020 è stata a dir poco lunga ed estenuante (come se la pandemia non bastasse). Dopo aver programmato inizialmente di andare a Gifu, io e Nik abbiamo optato per una vacanza last minute in Hokkaido. Il motivo è semplice: era l'unica zona del Giappone in cui non pioveva.
In realtà c'ero anche già stato in Hokkaido (vedi post vecchi) e mi era piaciuto molto, quindi perché no. Inoltre a sto giro avrei visto un Hokkaido diverso, estivo, verde e soprattutto senza pioggia (si, non mi piace la pioggia). Ci siamo fatti una bella vacanza on the Road, girato un po' di bei posti e mangiato come indegni. 

Arrivati a Sapporo in aereo, abbiamo trascorso un paio di giorni in città (io c'ero già stato, ma Nik no, quindi ci siamo presi un po di tempo), e poi abbiamo iniziato il driving tour in auto, andando a Furano (zona famosa per i campi di lavanda e i suoi paesaggi suggestivi), Obihiro a trovare un vecchio amico, per poi prenderci un paio di giorni nei pressi del lago Toya (posto veramente consigliato, soprattutto per fare campeggio).

Non mi soffermo molto, e vi lascio al mini report fotografico.

Una volpe incontrata nei dintorni del Lago Toya.



Uno dei panorami mozzafiato del lago Toya.



Altra vista del lago Toya.




Questa "clava" gigante appertenente a qualche Oni sta a ricordare
che Noboribetsu è un famoso centro termale.



Panorama di Furano,
 con i suoi caratteristici campi di lavanda.



I vecchi stabilimenti della birra Sapporo,
nella omonima città, capoluogo della regione.




Vista di Sapporo dall'alto della Sapporo TV Tower.



09 gennaio 2020

Nakasendo

E rieccomi puntuale dopo le vacanze (questo sarà il terzo post in meno di un mese, roba non da poco).

 

Come anticipato il mese scorso, durante le vacanze di fine/inizio anno, sono andato nella valle del Kiso, percorrendo un tratto di Nakasendo.

 

La Nakasendo (中山道, letteralmente la via attraverso le montagne) è una delle cinque vecchie vie consolari (Gokaido) istituite nel periodo Edo, che collegavano appunto la città di Edo (odierna Tokyo) con le località più importanti dellepoca. Nel caso specifico della Nakasendo la destinazione finale era Kyoto, dove risiedeva l’imperatore.

Oltre alla Nakasendo vi era unaltra via consolare che collegava le due città, ovvero la Tokaido (東海道, letteralmente la via dei mari dellest) che come lascia intuire il nome percorreva la parte costiera orientale (le linee ferroviarie Tokaido, cosi come il Tokaido Shinkansen prendono il nome da li).

 

Qui sotto trovate una cartina che vi aiuta a capire di cosa si tratta (fonte Wikipedia).

 


Essendo dei percorsi lunghi e soprattutto dissestati, il modo migliore per percorrerli era a piedi. Ovviamente le soste erano obbligatorie e lungo la via vi erano dei villaggi o Stazioni di Posta dette Shuku o Juku (宿) per offrire ai viaggiatori un posto per riposare, spedire oggetti, etc.

 

Molte di queste stazioni sono evolute in moderne cittadine col passare del tempo, perdendo sia la funzione che l’aspetto di un tempo. Tuttavia alcuni di questi piccoli villaggi sono rimasti pressochè identici ed oggi fungono da attrazioni turistiche. Le più famose si trovano al confine delle prefetture di Nagano e Gifu, nalla valle del fiume Kiso (denominata appunto valle del Kiso), e sono Tsumago e Magome.

 

Il tratto che collega queste due località, attraversa la foresta circostante ed è pressochè la stessa di un tempo, con salite, tratti sterrati, tratti pavimentati a lastre. Nel mio caso ho voluto fare un tratto più lungo includendo anche la stazione di Nagiso. Il tratto Nagiso-Tsumago-Magome si attesta sui 12 km, ed offre un atmosfera da vecchio Giappone senza pari. Partendo da Magome e facendo il percorso all’inverso, troverete meno tratti in salita.

 

Come al solito per maggiori info sulle Gokaido vi invito a chiedere a mamma Wikipedia. Nel caso specifico della Nakasendo, invece vi consiglio Japan-guide.com, uno dei siti che più consulto per idee di viaggio. È davvero ben fatto e da informazioni molto utili.

 

Ora come al solito vi lascio con un po di foto per farvi un’idea.

la stanza del ryokan dove ho alloggiato (da notare che in tutto lo stabile ero solo, immaginate l'ansia) 


una casa abbandonata sul tratto Nagiso-Tsumago. 


uno scorcio di foresta sul tratto Tsumago-Magome. 


la stazione di Tsumago. 


sentiero lastricato sul tratto Tsumago-Magome. 


segnaletica sul sentiero. 


statue sul tratto Tsumago-Magome. 


stazione di Magome. 


vi lascio con questa foto della mia cena al ryokan. 

Alla prossima, ciaooooo.

 

25 dicembre 2019

Ehm....

E anche quest’anno sta per giungere al termine.

Come tutti gli anni la lista delle cose da fare è rimasta a metà e ci si appresta a riflettere su cosa si è fatto e su cosa si farà.

 

A livello lavorativo non mi sento per niente soddisfatto, un pò perchè l’azienda in cui lavoro offre un ambiente “vecchio”, basato su concetti antiquati tipici del Giappone anni ’70-80, un pò perchè ho capito (da un bel pò) di non essere tagliato per il lavoro d’ufficio. E non per una questione di capacità, quanto per un costante senso di noia che questo tipo di lavoro mi conferisce. Sicuramente molto è dovuto al particolare caso dell’azienda in cui lavoro, ma in generale stare seduto dietro ad un pc per 8 o più ore non è poi così bello come pensavo. Inoltre questa vita sedentaria mi ha fatto impigrire, mettendo su qualche kg di troppo (secondo la visita medica, parecchi kg di troppo).

Quindi (la vera notizia), a gennaio inizio un nuovo lavoro, sempre nel settore Food, ma in maniera più dinamica, con più stimoli a dare meglio, e muovendomi di più sul posto di lavoro. Maggiori info all’anno nuovo.

 

Ma a noi che ce frega?” penserete giustamente voi.

Essendo un pò rincoglionito, con l’andare del tempo dimentico del perchè di alcune scelte che faccio nella vita, quindi ho pensato bene di usare questo blog deserto come promemoria, tutto qui.

 

I nuovi propositi.

È sempre un piacere scrivere una lista di cose, consapevole che solo metà (nel migliore dei casi) sarà portata a compimento. Ma tranquilli, quella la scrivo in privato e vi risparmierò il disagio.

 

Ultimamente mi sto appassionando a viaggiare in solitaria in zone naturali, un pò per scattare foto, e un pò per disintossicarmi dalla vita di città. Bisogna ammettere che nonostante anche questi piccoli viaggi siano una spesa non di poco conto, in quanto a paesaggi e natura il Giappone non delude mai.

Ieri mi è appena arrivato uno zaino da viaggio nuovo di pacca, abbastanza grande per fotocamera, lenti e vestiti per un paio di giorni. L’ho preso in vista di un viaggetto programmato a inizio gennaio nella valle del Kiso (al termine del viaggio arriverà un post/resoconto), oltre che per quando andrò in campeggio (un’altra attività che ho sempre voluto fare, ma non ho mai avuto l’occasione/voglia). Un set da campeggio (tenda, tavolino, sedia, fornellino, lampada) inoltre è gia nella wishlist di Amazon, ma sarà acquistato dopo aver iniziato il nuovo lavoro.

Il Monte Fuji, per quanto mainstream possa sembrare, penso sia una di quelle cose da fare (e che avrei dovuto fare quest’anno). L’idea è di andarci a fine giugno un paio di giorni, sperando di trovare bel tempo.

 

In generale quest’anno voglio vedere più posti possibile, il che non vuol dire fare il giro dell’Europa in una settimana come fanno in molti, giusto per aggiungere un’altra bandierina nella lista dei Paesi visitati. Molta gente viaggia all’estero, senza mai conoscere davvero cosa ha attorno. Anch’io purtroppo ero tra questi, e il fatto di non conoscere bene l’Italia come avrei voluto, è una delle cose di cui non vado fiero. Purtroppo non vivo più in Italia, ma anche un’isola come il Giappone (che poi tanto piccola non è) riesce ad offrire sempre posti nuovi ed esperienze di viaggio fantastiche, basta saper cercare.

 

Detto questo vi lascio e vi auguro buone feste a tutti, e non fate troppo gli ingozzoni!

 

piccola parentesi riguardante il titolo. Oh, non sapevo davvero come intitolare questo post. Sembra facile, ma il titolo dellultimo post dellanno è roba complessa.

18 dicembre 2019

La Tokyo Verde

Come promessovi, anche se un pò in ritardo, ecco il post sulla Tokyo “verde”.

 

Prima di proseguire, vorrei fare un po di chiarezza su alcuni punti.

Con il nome Tokyo, non si intende solo la parte composta dai 23 quartieri speciali (Shijuku, Shibuya, Minato,ecc), ma anche le altre cittadine della zona occidentale. Non esiste infatti ufficialmente la città di Tokyo (Tokyo-shi), o almeno non più, e nemmeno la prefettura. Tuttavia, come accade per altre città nel mondo (vedasi il caso di Milano) il tutto è stato messo all’interno della Città Metropolitana di Tokyo (Tokyo-to). Vi lascio una mappa per darvi un’idea migliore.

 

Sono cose scritte in qualsiasi guida turistica, ma lo scrivo lo stesso per annoiarvi.

 

Come è possibile notare dalla mappa, Tokyo è abbastanza estesa, e a differenza dagli stereotipi che la vogliono colma di grattacieli e cemento, in realtà nasconde delle vere perle della natura. In questo caso vi parlo della zona di Okutama e Ome, che si trovano nell’estremità occidentale della metropoli. Pur essendo zone abitate, per esigenze lavorative la maggiorparte della popolazione si è trasferita nei 23ku (o quartieri speciali), causando nel tempo un fenomeno di depopolamento.

Sebbene non siano tra i posti più comodi dove vivere (anche se le case costano pochissimo rispetto a Tokyo centro), queste cittadine offrono due cose che personalmente apprezzo molto: foreste e spazi verdi per fare campeggio, e un’atmosfera di vecchio Giappone che è difficile trovare in centro. Zone perfette per fare un po di sana fotografia.

 

Senza dilungarmi più di tanto, oggi vi propongo due esperienze in particolare:

- Campeggio sulle rive del fiume Tama;

- Il Monte Mitake;

 

Per ognuna di queste zone vi lascerò una breve descrizione e qualche scatto, ma per maggiori informazioni come al solito vi consiglio di dare un’occhiata su Wikipedia.

 

Campeggio

 

Esperienza che risale a fine Agosto, quando insieme agli amici dell’università, abbiamo deciso di fare una piccola esperienza di campeggio. Non essendo per nulla esperti, e non avendo alcuna attrezzatura, abbiamo affittato un cottage per dormire, spartano ma comodo. L’area campeggio scelta è quella di Kawai, situata a pochi minuti dalla stazione JR Kawai (JR Ome Line, circa un paio d’ore dal centro). Il sito dispone di una zona cottage dotata di bagni publici, aree BBQ, minimarket aperto fino alle 21:00, docce a gettoni, ecc. Oltre che di una zona libera sulla riva del fiume, dove è possibile accendersi il proprio fuocherello e piazzare la propria tenda, senza restrizioni particolari. La prossima volta (quando avrò l’attrezzatura adatta) mi piacerebbe fare un esperienza in solitaria, decisamente più rilassante.


 

Monte Mitake

Il Mitake è una montagna di 929m, facente parte del Parco Nazionale di Chichibu Tama Kai. Un tempo montagna sacra, era meta di pellegrinaggio, ed a dimostrarlo resta un santuario shintoista in prossimità della cima. Nonostante il santuario sia ancora una meta popolare, Mitake oggi è una destinazione più turistica che religiosa, nonchè meta di escursionisti del weekend. La via più breve per raggiungere la montagna è ramite la stazione JR Mitake sulla JR Ome Line (1.5-2 ore dal centro). Una volta giunti li, si può prendere la funicolare, che vi porterà quasi in cima per poi proseguire a piedi fino al santuario, oltre a numerosi altri sentieri di montagna. Naturalmente si può anche scalare direttamente da valle (4-5 ore circa).

 

La stazione di Mitake (JR Ome Line) non dista molto da quella di Kawai descritta nel paragrafo precedente, perciò si potrebbe anche pensare di fare un 2-3 giorni e fare entrambe le zone.

 

A fine Ottobre sono andato a dare un’occhiata col mio amico francese Joan. Avendo solo un giorno a disposizione, e vista anche la mia pessima forma fisica, abbiamo optato per la funicolare. Proseguendo oltre il santuario verso alcuni sentieri abbiamo fatto comunque le nostre 5 ore di cammino, abbastanza affinchè la nostra coscienza sia soddisfatta.

 

Ora vi lascio come di consueto con qualche scatto.


Prima di fine anno, vi scriverò un’ultima volta per anticiparvi alcune cose del 2020.

 

 

05 maggio 2018

Dicevamo?

Appunto, cosa dicevo riguardo al postare più spesso? Si lo so, il titolo del post precedente suona come una stronzata, quindi via con la pioggia di insulti, me la merito.

Che dire, rispetto a 5 mesi fa è cambiato poco, tranne il fatto che necessito di perdere peso, tanto peso, ma ahimè il cibo onto è sempre li a tentarmi, quindi amen.
La vita in Giappone scorre abbastanza tranquilla e monotona. Bisogna organizzare un bel viaggio, anche considerato che durante la Golden week ho lavorato tutti i giorni, e mi serve un po' di relax. C'è da dire che a Marzo sono tornato a Beppu per la laurea di Chloe, ma ormai è come una seconda casa, non lo sento come un viaggio vero e proprio. In realtà sono anni che voglio andare in Hokkaido e per un motivo (il costo del biglietto aereo) o per l'altro (stesso di prima) non ci vado mai. Speriamo per quest'estate.

Inoltre sento di voler cambiare nuovamente ambiente lavorativo, e penso che due anni siano abbastanza in questa azienda. E non tanto per il lavoro in se o gli straordinari immancabili, ma perché la gente con cui lavoro ti fa passare la voglia. Sembrano godere nel vivere in funzione dello stipendio, senza un minimo interesse per il lavoro, senza mai esprimere un'idea o opinione (sempre che ne abbiano una), solo per avere abbastanza soldi per pagare affitto, comprare casa, sposarsi e fare figli (e nella maggior parte dei casi divorziare dopo qualche anno). Insomma un po' come animali allo zoo, con la differenza che i poveri animali non hanno potuto scegliere come vivere.

La fotografia come sempre mi riempie i fine settimana, e sono contento di aver trovato un hobby che mi permetta di svagarmi anche restando in città.

Vi lascio con qualche foto di Beppu durante l'ultima visita. Alla prossima, ciaooooo.





22 ottobre 2016

Lavorare in Giappone

E rieccomi dopo il "letargo" estivo. L'assenza dal blog è stata causata un po' da pigrizia e un po' da stress legato al lavoro. Lavoro appunto, è arrivato il momento di parlarvi del lavoro in Giappone. Immagino sia un argomento trattato da vari blog e siti web, ma se volete un esperienza sul campo, allora vi racconto la mia. Questa non vuole essere una guida, ma dei semplici consigli su come trovare lavoro in Giappone e dritte sulla questione visti.

La prima cosa su cui bisogna realmente riflettere è la seguente: Voglio davvero lavorare in Giappone? Se la risposta è SI allora vediamo insieme il da farsi.

Andiamo con ordine:

VISTO E TIPOLOGIA DI LAVORO
Per quanto riguarda il visto lavorativo, il modo migliore per ottenerlo è passando da quello studentesco. Quindi, che sia università (non ve la consiglio, troppo costosa) o una scuola di lingua (qui già va meglio), vivere un periodo da studenti e poi cercare lavoro è il metodo più semplice per evitare grattacapi con l'Ufficio Immigrazione. Tuttavia ci sono altre variabili nell'ottenere un visto lavorativo. Per prima cosa bisogna sapere che tipo di lavoro si vuole trovare. Ricordate che il proprio percorso di studi, il lavoro e il visto devono essere correlati tra loro, altrimenti l'Immigrazione può rifiutare la richiesta.

Esempio banale: studi alberghieri (o scuola di cucina in Italia) + lavoro in un ristorante italiano a Tokyo + visto tipologia "esperto di cucina straniera" = probabilità altissime di ricevere il visto.

Di solito gli stranieri in Giappone trovano lavoro con la tipologia di visto "Specialist in Humanities/International Services" che comprende una vasta tipologia di lavori d'ufficio (traduzione, insegnamento, import-export, altri business, ecc). Tuttavia il lavoro che riuscirete a trovare dipende molto dal sapervi "vendere" durante i colloqui e a dimostrare di possedere abilità che magari non avete (avete capito bene, ai colloqui qualche bugia potrebbe darvi punti in più, alla fine qui conta tanto l'apparenza e poco la sostanza).

Un altro punto da tenere in considerazione nella scelta di un lavoro è la dimensione dell'azienda che vi farà da sponsor per il visto. Nella domanda di visto non ci sono limitazioni riguardanti il periodo di permanenza (potete fare richiesta per 1 anno, 3 anni, 5 anni, ecc), ma la decisione finale spetta sempre al nostro carissimo Ufficio Immigrazione. Cosa ha a che fare questo con l'azienda che mi sponsorizza? Ne ha eccome. Una grossa azienda, conosciuta (magari quotata anche in borsa) riceve più fiducia da parte delle autorità, e quindi ha la quasi certezza di ottenere un visto lavorativo per il suo candidato, e con ogni probabilità per un periodo abbastanza lungo. Con un'azienda piccola invece le cose si fanno molto più difficili. Suona un po' mafioso ma è la realtà dei fatti.

GLI STRAORDINARI
Una volta ottenuto il visto e trovato un lavoro, è il momento di darsi da fare. Dalla mia esperienza vi posso assicurare che vivere il Giappone da studenti e da lavoratori, sono due cose completamente diverse. Nonostante la legge preveda le tipiche 8 ore giornaliere, di solito si sfiorano le 10 (se si è fortunati) e in alcuni ambiti lavorativi (tra cui la ristorazione) anche 14-15. Ma quindi lo stereotipo dei Giapponesi che lavorano troppo è vero? La risposta è SI, e i suicidi che non accennano a diminuire (la maggior parte a causa del troppo lavoro) stanno li a dimostrarlo. Ma la cosa che più sorprende è che in molti casi da parte dell'azienda non ci sono direttive esplicite sul lavorare ore in più, i giapponesi lo fanno semplicemente per puro senso del dovere. Se un tuo superiore si ferma qualche ora in più, allora per non rompere l'armonia e non dare una cattiva impressione, lo farai anche tu. Ecco, funziona più o meno così. In alcuni casi (la ristorazione) gli straordinari non pagati sono già inclusi nel contratto, quindi attenzione a cosa firmate. C'è da dire tuttavia che con i gaijin (noi stranieri) ci vanno più leggeri, soprattutto se si è occidentali. Con gli asiatici invece funzione il sistema dell' "armonia". Il consiglio che posso darvi è che, se proprio dovete fare straordinari, assicuratevi che questi siano retribuiti.

LE FERIE
Altro punto dolente del lavorare in Giappone riguarda le ferie. Avete mai visto turisti Giapponesi girare l'Europa in 10 giorni o l'Italia in 5? Ebbene, non lo fanno per masochismo, ma semplicemente per mancanza di ferie. Normalmente le ferie pagate in Giappone sono di 10 giorni il primo anno, per poi aumentare di 1-2 giorni all'anno. In Italia si accumulano le ferie ogni mese già dal primo mese, mentre in Giappone sono già decise e se ne può usufruire a partire dal settimo mese di lavoro. Questo rende di fatto limitante andare in viaggio, o tornare nel proprio Paese di origine
 più volte all'anno. Avere un lavoro d'ufficio, e quindi col weekend libero, vi da almeno la possibilità di farvi mini gite o viaggi a corto raggio. Se invece lavorate su turni (negozi di abbigliamento, ristoranti, cafè, ecc) allora rassegnatevi alle sole ferie pagate.

STIPENDIO E TASSE
Come in molte nazioni anche in Giappone lo stipendio varia da zona a zona ed esiste il minimo sindacale. A Tokyo è di circa 200.000 yen al mese (all'incirca 1800€). Solitamente un contratto tipo prevede un aumento del salario una volta all'anno, più il bonus (la nostra 13sima), le ferie pagate, e i trasporti pagati tutti i mesi. Per uno straniero (soprattutto se qualificato) è facile ottenere stipendi nell'ordine dei 230.000yen quindi in questo caso non c'è da lamentarsi. Inoltre gli affitti in alcuni casi non sono cari come in Italia (se si vive soli, un monolocale da 25mq a 20 minuti da Tokyo centro, con la metro dietro l'angolo, può costare sulle 450€ al mese, il prezzo di una stanza singola a Milano o Venezia).
Per quanto riguarda i contributi per la pensione e l'assicurazione sanitaria, solitamente vengono pagati metà dall'azienda e metà dal lavoratore. Per uno stipendio di 200.000 i contributi ammontano a circa 40.000 di contributi per la pensione e 20.000 di assicurazione sanitaria (ricordo che in Giappone la sanità pubblica si paga salatamente) al mese, che diventano circa 30.000 yen effettivi da pagare (circa 265€). Cosa importante è che i contributi pagati in Giappone valgono anche in Italia, quindi non saranno soldi buttati.
Concludendo la questione "soldi", 1500€ al mese "puliti" sono da considerare come salario base a Tokyo.

IL GARANTE
Per quelli di voi che vorranno vivere in Giappone, ricordatevi che un "garante" Giapponese (un amico va bene) aiuta in molti casi. Contratto lavorativo, contratto d'affitto, telefono, utenze, ecc. diventa una cosa complicata (soprattutto per la casa) se non avete un amico giapponese che garantisca che non siete venuti in Giappone con cattive intenzioni Lol.

Non prendete questa guida come assoluta, ma come considerazioni basate su esperienza personale.



Il prossimo post sarà a sfondo storico un po' come quelle su Nihombashi, ma riguarderà la zona dove vivo. Alla prossima....


29 aprile 2016

Capitolo 4

Ed eccomi ad aggiornare a distanza di qualche giorno! "Miracolo" direte voi, ma io lo chiamo "fuoriiltempofacagareestoacasaascrivereblog".
 
Sono a Tokyo (anche se in realtà vivo a Chiba, ma se ci arriva la metro allora si può considerare Tokyo haha) da quasi un mese ormai e ho anche iniziato a lavorare. Per quei pochi che mi seguono avranno notato qualche modifica grafica, ma dopo due anni era necessario, anche per segnare un po' l'ingresso nel nuovo capitolo. Ma appunto, cosa vuol significare quel titolo? Come accennato in qualche post precedente, ho deciso di dividere la mia vita dall'apertura del blog in capitoli (come in un libro) e considerando la prima esperienza a Tokyo, la parentesi Veneziana, e i due anni a Beppu, questo ritorno alla capitale può essere considerato l'inizio di un quarto capitolo.
 
Più volte ho pensato di chiudere il blog o crearne uno nuovo, ma poi ho deciso di lasciarlo com'è, un po' per pigrizia ma soprattutto perché leggere i post di otto anni fa mi rende consapevole dei cambiamenti che mi hanno caratterizzato come persona (e anche perché è divertente leggere le cagate che scrivevo anni fa haha).
 
 Ma tornando al nostro (anzi mio) quarto capitolo, sarà bello, emozionante oppure noioso e deludente? Sinceramente non lo so, ma nel possibile cercherò di condividere il tutto con i lettori che mi seguono. Inoltre cercherò di rendere questo blog un po' più interessante e culturale con qualche post sui vari luoghi che visito, curiosità e monumenti storici famosi e non, adornati anche da qualche foto.
Il prossimo post riguarderà infatti il quartiere in cui lavoro da un mese a questa parte, Nihombashi, cuore della Tokyo finanziaria e commerciale, e con alcune chicche e curiosità storiche. Stay tuned!

23 aprile 2016

Conclusioni parte 2 - La gente

Dopo avervi parlato dell'università è ora (con un bel mese di ritardo) di parlarvi anche delle persone che ho avuto il piacere di conoscere. Partiamo dagli studenti.
 
Naturalmente vivendo per un anno in dormitorio ho avuto modo di conoscere molta gente, ma come sempre accade molti si perdono per strada (nel senso figurato del termine), e quelli con cui continuo a sentirmi sono relativamente pochi, ma va bene così. Innanzitutto come non parlare dell'Euroteam composto da Anke (Belgio), Francesca (Italia) e Nik (Finlandia, aggiuntosi in seguito). Chi mi conosce sa di quanto il sottoscritto cerchi di fare comunella con gli occidentali in Giappone, ma alla fine ogni tanto fa piacere parlare con qualcuno che ha lo stesso background culturale (soprattutto in termini di studio e di cucina).
Tra le altre persone che ho avuto modo di conoscere a scuola e con cui sono rimasto in contatto c'è Chloe (che è stata anche mia coinquilina insieme ad Anke per un anno, delirio haha), il gruppo in scambio dalla Ritsumeikan di Kyoto (Taku, Nobu, e Rina), Marisa (ragazza Hawaiana, nonché Resident Assistant del piano in cui vivevo, e oggetto del desiderio del sottoscritto per molto tempo lol) e infine il gruppo dei Cinesi (in particolare personaggi come Tommy e Ryan, che se non ci fossero bisognerebbe inventarli). E poi i vari Taylor (USA), Jojo (Taiwan), Carmen (Nicaragua), Poon (Tailandia) e molti altri. Ora non so se ho dimenticato di menzionare qualcuno, ma pazienza.
 
Oltre alla scuola vi è stato un altro luogo di estrema importanza, ovvero il ristorante Archetto, dove ho avuto il piacere di lavorare per quasi due anni. Personaggi del calibro di Matsui (il capo nonché chef), Asami, Sacchan, Heejin e Sarasa (staff di sala), oltre agli amici fidati Niichan, Yocchan, Sakurai e Kazuma, meriterebbero un post a parte per quanto sono divertenti, strani e "Giapponesi" allo stesso tempo. Non mi sono mai divertito così tanto su un posto di lavoro e devo molto a queste persone, che mi hanno aiutato ad ambientarmi a Beppu, sono stati come una famiglia.
 
Fortunatamente nessuna delle persone citate ha avuto problemi durante il recente terremoto in Kyushu, anche se sono tutti molto spaventati.
 
A breve (si fa per dire) scriverò un post riguardo a Nihombashi, ma per ora beccatevi qualche scatto inedito della bella gente di Beppu. Stay tuned!
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

25 settembre 2015

Il tempo vola...

Esatto, il tempo vola. Pensavo di essere in ritardo di qualche settimana e invece rieccomi qui a scrivere dopo ben 4 mesi (ringrazio Matteo per la sveglia), ma andiamo con ordine. A giugno sono stato a Tokyo per vedere vecchi amici e fare qualche intervista da inserire nel mio progetto di ricerca. Quest'ultimo procede bene anche se un po' a rilento, infatti avevo previsto di completare la bozza finale entro settembre, ma mi manca ancora un capitolo più le conclusioni. Nonostante ciò sono ancora in linea con le tempistiche, visto che la prima consegna è per dicembre (seconda a gennaio), quindi non dovrebbero esserci problemi. Per quanto riguarda i mesi estivi non c'è molto da dire, li ho trascorsi lavorando, andando al mare di tanto in tanto, e inviando curriculum ad aziende, anche se senza molto successo. Unica eccezione è stata la vacanza di 5 giorni a Okinawa. Per chi non lo sapesse la prefettura di Okinawa, un tempo conosciuta come Regno delle Ryukyus, è un arcipelago a sud dell'isola di Kyushu (dove vivo io) caratterizzato da clima tropicale e spiagge mozzafiato, una sorta di Hawaii del Giappone per farla breve. Le prove che Okinawa in passato fosse una nazione a se stante si trovano nella lingua locale, nei costumi, gli usi e nell'arte, tutto fortemente ispirato all'Impero Cinese (in particolare dinastia Ming e Qing). Durante questi 5 giorni ho avuto modo di fare immersioni in acque cristalline, visitare musei, provare cibi tradizionali, e rilassarmi un po' (ma soprattutto staccare un po la spina dalla solita vita a Beppu). Per il solito problema (mancanza di soldi) non ho potuto esplorare tutta l'isola principale e quelle circostanti, ma mi sono limitato a Naha (capoluogo di prefettura) e dintorni. Nell'ostello in  cui alloggiavo, ho avuto modo di conoscere tanta gente interessante e stringere nuove amicizie. Penso che questo sia il bello del viaggiare (anche se da soli). Per l'autunno si programma il completamento della tesi, l'inizio di un nuovo progetto commerciale (del quale vi parlerò solo a cose fatte) e forse anche un piccolo viaggio in Corea del Sud. Ora vi lascio con qualche foto di Okinawa. A prestoooooooo.