31 dicembre 2017

Chi posta l'ultimo dell'anno posta tutto l'anno...

Mi piacerebbe fosse vero. Ho abbandonato questo blog, ma ogni tanto fortunatamente mi ricordo della sua esistenza, e quindi eccomi qui.

Giusto per annoiarvi mi sembra giusto fare una piccola riflessione sull'anno che se ne va.

In questo 2017 sono successe tante cose e ho avuto la fortuna (ma anche sfortuna) di conoscere tante persone. Socializzare non è più piacevole come in passato, e i momenti in solitudine sono tra le cose che sono riuscito ad apprezzare di più. Inoltre non capisco la necessità di dover a tutti i costi trascorrere tempo con altri, stare in gruppo, trovarsi una ragazza. Sinceramente sono stanco di queste imposizioni sociali che la massa segue senza neanche chiedersi se sia giusto o no.

HOBBY
Sono riuscito a trovare un hobby (la fotografia) che pur non essendo costoso, riesce a darmi soddisfazioni e a riempire le giornate (quelle poche che ho) di riposo. In Giappone poi la cultura della fotografia è molto diffusa ed è possibile fare buoni affari nei mercatini dell'usato. Inoltre ho riscoperto (o forse scoperto per la prima volta) il piacere di scattare in analogico, molto più affascinante del (pur comodo) digitale. Per il momento uso entrambe le tecnologie, anche perché molte volte va bene una, altre volte l'altra. Ho in programma (tra un annetto magari) una mostra e magari anche un piccolo libricino, non tanto per fare soldi, quanto per soddisfazione personale.

ITALIANI
Molti di voi si chiederanno perché scrivo l'ultimo dell'anno, quando potrei essere ad un cenone con altri italiani, o in qualche discoteca. Beh, scrivere questo post suscita più interesse in me che le altre opzioni citate. Non sono mai stato un fan dello stare tra persone della stessa nazionalità, o almeno non sempre. Ho conosciuto qualche italiano e mi sono fatto anche amici, ma se volevo essere sempre a parlare italiano, stavo in Italia, o no?
Stesso discorso per quanto riguarda le tradizioni. Chi mi conosce sa che non sono una persona religiosa, quindi le domande "cosa fai a Natale?" "E a Pasqua?" non sono altro che fonte di noia gratuita, soprattutto se si pensa che in Giappone sono normali giorni lavorativi.
Onestamente non mi mancano i cenoni delle feste con i parenti, dove si mangia senza ritegno e si fa fatica ad alzarsi da tavola. Ora come ora non riuscirei nemmeno ad arrivare al secondo senza esplodere.

Molta gente pensa che sono strano, asociale, ingrato, e chi più ne ha più ne metta. Inutile dire che di quello che pensa la gente me ne sbatte altamente.

VIAGGI
Gli ultimi due anni a capodanno ho viaggiato (in entrambi i casi in Cina), mentre quest'anno resto a casa. Principalmente è dovuto a stanchezza/pigrizia, e in parte è dovuto all'imminente trasloco di gennaio che comporterà una spesa importante. Il trasloco appunto, finalmente cambio casa con la speranza di risolvere qualche problema (qualcuno ha detto muffa e scarafaggi?)
Inoltre resta sempre il problema delle poche ferie, che mi obbligano a scegliere mete vicine e da viaggi da pochi giorni. Prossimamente vorrei andare in Hokkaido (sono anni che lo dico) e in qualche altro posto sperduto nelle  campagne giapponesi. Alla fine finisco sempre per tornare a Beppu almeno due volte all'anno, ma come non farlo, a quella cittadina ci sono troppo affezionato.

Come aggiornamento lampo direi che è tutto.

Dato che in azienda abbiamo finito tutti i cotechini/zamponi, quest'anno ho deciso di cenare in stile giapponese. Vi lascio quindi con questa ciotola di Toshikoshi Soba (年越し蕎麦 aka i soba di fine anno), piatto tipico della tradizione giapponese, che sta ad augurare longevità e fortuna.



Buon Anno a tutti!!!!

03 ottobre 2017

E a te piacciono i Ragni?

E rieccoci in autunno (o quasi, visto che fa ancora abbastanza caldo). Ormai è passato un anno e mezzo da quando ho lasciato Beppu, eppure sembra ieri. Il tempo scorre in fretta qui in città, le vacanze sono poche e il lavoro è tanto. Insomma, puro lifestyle giapponese.

Ad agosto sono stato insieme ad Erik a Ise, città sacra, cuore dello shintoismo, e anche meta turistica. L'esperienza è stata davvero unica, sia perché la campagna giapponese non smette mai di affascinarmi, e sia perché l'alloggio era uno di quelli che non si dimenticano mai più >_<
Un edificio facente parte di un tempio buddista in cima ad una collina. Immagino suoni molto caratteristico e tradizionale, ma quando scopri che nessuna porta (compresa quella d'ingresso) si può chiudere a chiave, e che si è gli unici clienti in tutta la struttura allora ci si inizia a cagare in mano. La vecchia custode (la cui età può variare tra i 70 e i 500 anni) nonché gestore della struttura ci aveva rassicurato che insetti non ne entravano, data l'apparente robustezza delle zanzariere, ma le bombolette di insetticida ad ogni angolo facevano già presagire il peggio. Tuttavia la signora su di una cosa aveva ragione, ovvero sul fatto che non sarebbero entrati insetti. Perché la roba che abbiamo visto aggirarsi nei corridoi non poteva rientrare nella categoria insetti.... La fiera degli aracnidi!!!! Risultato: due notti in bianco, ma almeno adesso gli insettini di Tokyo non fanno più paura haha

Vi lascio con qualche foto e appuntamento più in la.

P.S. prossimo weekend finalmente vado a Beppu a rilassarmi e incontrare vecchi amici, non vedo l'ora!!!!



Le rocce sposate (夫婦岩) rappresentano le divinità principali giapponesi (genitori di tutti i kami) Izanagi e Izanami


Io ed Erik ignari di cosa ci aspettasse


Il piccolo villaggio prometteva bene


Abbiamo scoperto che il tempio dove alloggiavamo era dedicato agli animali domestici e quindi vi era annesso un cimitero per animali (nella foto ci sono invece le statue di Jizo)

Il cartello semi distrutto che indicava la posizione dell'ostello

L'ostello visto da fuori

Oltre all'illuminazione degna di un film Horror, il rumore del legno quando si camminava faceva venire i brividi.



05 agosto 2017

sabato sera

E rieccomi a scrivere a distanza di sei mesi. In realtà sono settimane che continuo a rimandare e alla fine non ho mai scritto per mancanza di tempo e voglia.
Il titolo è riferito al fatto che scrivo di sabato sera, perché non ho niente di meglio da fare, o perché scrivere qui sul blog risulta più produttivo che uscire da solo per andare chissà dove.

Il lavoro, come previsto, non lascia spazio a molto altro, se non bevute in compagnia di colleghi che già fai fatica a sopportare dal lunedì al venerdì. L'odio nei confronti di colleghi e dirigenza cresce sempre di più e insieme al mio carattere poco adatto alla società giapponese, non penso mi porterà a restare in azienda a lungo. Ma la testa è dura (e in tutti questi anni è l'unica cosa che non è cambiata), l'orgoglio alto, la voglia di cambiare zero, e quindi ci si prende quello che arriva.


Il weekend esco poco e quando lo faccio non so dove andare ne cosa fare. Inoltre ultimamente il solo pensiero di dover prendere la metro per andare in posti affollati mi fa passare la voglia di uscire, e quindi finisco per restare a casa.

A Giugno son tornato una settimana in Italia, bruciandomi le ferie di un anno intero, ma almeno sono riuscito ad andare al mare dopo due anni. Tuttavia non sopporto più il dover viaggiare per 15 o 16 ore ogni volta, quindi la prossima volta in Italia sarà tra qualche anno, sempre se ne avrò voglia.

Per il resto c'è poco o niente da dire. Noia e insoddisfazione. (una costante per quanto mi riguarda)

A quasi 30 anni sono solo circondato da gente che nella maggior parte dei casi non sopporto, e che non sopporta me (soprattutto la seconda).
Purtroppo l'essere troppo diretti non porta mai vere amicizie ne tantomeno relazioni
(qui che si basa tutto sull'apparenza poi non ne parliamo) ma solo conoscenti con cui andrai a bere o mangiare qualche volta, magari ti scambi qualche confidenza, ma finito l'effetto dell'alcool, finito tutto.

L'unica persona che rispetto a lavoro, a breve lascia l'azienda (e come dargli torto), quindi prevedo un autunno poco piacevole.

Unica nota positiva è che il prossimo weekend sarò ad Ise (ci volevo andare da tempo) con un amico in vacanza dall'Italia. Cercherò di scrivere e postare qualche foto a riguardo verso fine mese.



29 gennaio 2017

Anima da Edokko

E rieccomi qui dopo mesi di latitanza. Innanzitutto buon anno a tutti (e con solo 3 settimane di ritardo).
La Tokyo SkyTree, (634m) è uno dei simboli della Shitamachi moderna.

Solitamente durante il weekend vado a Tokyo a vedere la "città", ovvero a passeggiare per i quartieri in cerca di qualche scatto decente. Ultimamente però i vari Shinjuku, Shibuya, Akihabara, Roppongi, ecc mi hanno stancato, troppa gente, bisogna fare la fila anche per andare a prendere un caffè, e anche solo prendere la metro è stressante. Sarà la vecchiaia, ma sta di fatto che non trovo più quei quartieri attraenti come lo erano un tempo. Così sono andato ad Asakusa (uno dei miei quartieri preferiti di Tokyo), cuore della vecchia Tokyo che tanto mi piace. Avendoci vissuto per quasi due anni, ogni volta che ci ritorno è come tornare a casa e la nostalgia prende il sopravvento.


Kaminarimon e Nakamise-dori visti dall'alto.
Mentre passeggiavo alla ricerca di qualcosa da fotografare, ho pensato di visitare il Centro turistico di Asakusa, costruzione moderna (nell'Asakusa dei miei tempi non c'era) che sorge proprio di fronte al Kaminarimon (雷門 "Porta del Tuono", il gate principale da cui si accede per accedere al tempio Senso-ji). Lì ho scoperto che all'ultimo piano c'era una caffetteria con terrazza, e allora che pausa caffè sia. La vista di Asakusa dall'alto, il tempio Sensoji, la stradina Nakamise affollata di turisti era così bella e rilassante da far passare in secondo piano il sapore e il prezzo del caffè. Finito il caffè sono tornato a fare una passeggiata nel quartiere per qualche scatto. In molti si chiedono cosa mi attrae di questo posto, non ha divertimento per giovani, è vecchio, in alcuni tratti anche sporco, pochi e piccoli centri commerciali, i locali sono piccoli, vecchi e pieni di gente che fa baldoria il sabato sera, le strade sono strette...insomma ricorda la Tokyo di altri tempi. Beh, questi sono esattamente i motivi per cui amo questo posto. A Gyotoku c'è tutto quel che serve per vivere comodamente, ma manca l'anima della Shitamachi (下町 "città bassa", la parte antica di Tokyo). E questo mio attaccamento ad Asakusa e al suo stile di vita fa di me un Edokko (nome dei vecchi abitanti di Tokyo, all'epoca chiamata Edo), a detta di molti amici Giapponesi.
Una strada dietro al tempio con i suoi caratteristici
Yatai (piccoli locali con posti a sedere all'aperto d'estate).
Il weekend di Asakusa per molti inizia qui.


Ultimamente, purtroppo, anche Asakusa sta venendo gradualmente rinnovata a causa del grande boom turistico recente, e in previsione delle olimpiadi del 2020. Questo vuol dire anche che prima o poi diventerà un posto "finto" un po' come i parchi divertimenti che vogliono imitare altri posti (Haus Ten Bosch). Mi sento estremamente fortunato ad aver visto Asakusa com'era 10 anni fa e com'è oggi, averci vissuto e aver collezionato tanti bei ricordi tra le sue stradine.




Un negozio di Kimono e una Ducati 750 F1 (in condizioni perfette), quando l'arte Giapponese incontra quella Italiana.